Non è un caso che in Google le risorse umane vengano da sempre considerate una priorità e come tali trattate. Questo per noi significa non valutare la professionalità di un soggetto sulla base all’abito che indossa ma da come si comporta nella vita lavorativa di tutti i giorni. Inoltre è nostro interesse rendere l’ambiente di lavoro il più confortevole possibile, dato che è il luogo dove passiamo la maggior parte della giornata. In Google, ad esempio, la "dog policy" permette ai dipendenti di portarsi appresso il fido a quattro zampe, così lui non resta a casa da solo e anche il suo padrone è più felice.
Per quelli che invece non hanno animali domestici le soluzioni studiate sono diverse: piscina, palestra, pareti da arrampicata e campi da basket (per i più salutisti), cucine e bar sempre riforniti delle migliori leccornie ad uso comune (per i golosi), angoli relax completi di poltrona massaggiatrice (per i raffinati) e sale giochi dotate di tavoli da biliardo, ping pong, calcetti e l’immancabile Play Station (per chi, in fondo in fondo, resta sempre un bambino).Assurdo? Forse no, se si considera il bassissimo tasso di turnover delle risorse umane che caratterizza la nostra società a livello worldwide.
E da noi in Italia è davvero così? Da noi la mattina ci si trova in cucina per fare colazione, si pranza a tavola tutti assieme, lo stagista e il manager, e ci si sfida a calcetto prima di tornare al PC. Il calcetto, poi, sotto Natale è diventato un vero e proprio torneo: con gironi, classifiche e un podio dei vincitori (con relativi premi, ovviamente).
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